Storia di Terranova da Sibari
Storia di Terranova da Sibari
Ultima modifica 2 gennaio 2024
Terranova da Sibari
Il primo sviluppo urbanistico di questa splendida cittadina è da individuarsi, verosimilmente, nella crescita dell’influenza sui piccoli centri dei territori limitrofi di quel grande e importante agglomerato urbano denominato dal 194 a.C. Copia Thurii, figlia e discendente diretta dei fasti e della gloria di Sibari.
L’attuale centro del territorio di Terranova si trova all’incirca a 312 m dal livello del mare ed è situato a nord-ovest dei più vistosi ritrovamenti del centro thurino distrutto (che all’epoca poteva contare probabilmente su un’ estensione territoriale di diverse centinaia di ettari) da cui in passato distanziava di una manciata di chilometri. Fu probabilmente agli inizi del VII sec. d.C. – quando Thurio fu definitivamente distrutta a opera di popolazioni saracene e longobarde – che questo lembo di terra acquisì la propria autonomia e iniziò a essere conosciuto con l’appellativo di Thurium Novum (Terranova), ereditando parte delle tradizioni culturali e delle consuetudini che appartenevano fino a quel momento all’intera popolazione thurina, tra cui ad esempio: la coltura di vigneti e uliveti, ancora oggi praticata, probabilmente nella stessa parte di territorio utilizzata dai sibaritidi prima e dai thurini dopo e dalle quali trassero l’uva e le olive che servivano alla produzione di quell’olio e di quel vino, che molto vanto portarono a queste popolazioni.
Posta sull’ameno colle, Terranova si erge come un terrazzo sulla maestosa piana, dove sorgeva l’antica città achea di Sibari. Essa fu denominata pertanto Terranova da Sibari con decreto regio n. 1704 del 18 febbraio 1864 e il suo territorio fu ed è benedetto extra moenia e intra moenia (al di fuori e all’interno delle mura cittadine) dai due Santi Papi, «nostri compatrioti» S. Telesforo e S. Dionisio, come testimonia anche la bellissima pala conservata nella chiesa di S. Antonio da Padova, commissionata nel 1627 da Padre Lorenzo Berlingieri predicatore terranovese dei primi decenni del 1600, Don Aloysio (parroco della chiesa di S.Nicola nel 1627) e da Don Gabriele De Angelis, mossi dalla devozione verso queste due Sante figure, dalla volontà e dalla fede dell’ intera popolazione terranovese dell’epoca. San Telesforo fu l’ottavo papa, dal 125 al 5 gennaio del 136 d.C., quando subì il martirio sotto l’Imperatore Adriano; San Dionisio invece fu il venticinquesimo papa, dal luglio del 259 al dicembre del 268 d.C.
Terranova, che può fregiarsi a pieno titolo più di ogni altro borgo di esser definita «Terra dei due papi», ha sempre vantato una ricca spiritualità, come dimostra la presenza sia dei numerosi conventi presenti nel suo territorio, sia delle circa 20 chiese – tra quelle per così dire ‘visibili ed invisibili’ – tra cui si ricordano soprattutto la prestigiosa chiesa di S. Nicola, risalente al 1341, e quella di S. Maria delle Grazie, oggi detta di S. Antonio da Padova, del 1611, decorata in arte barocca e successivamente impreziosita da bellissimi stucchi del 1700.
Numerosi, poi, sono i monumenti ammirabili sul suolo cittadino; su tutti spicca la preziosa stele, il monolite, che sia alla base, sia alla punta conserva ancora ben visibili importanti iscrizioni, quelle alla base, particolarmente, sembrano riconducibili probabilmente al periodo classico (ΛE SEC. II). In particolare, oggetto di studio è l’epigrafe posta sulla sua sommità in cui si legge: BES : PIRRO : SI : LSI :/ I’OS:, probabile dedica a Corrado Pirro, illustre cittadino terranovese vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII sec., tra i più importanti dottori e conoscitori di diritto canonico dell’epoca.
Nel cuore del paese, in una magnifica piazza, vi è il castello di probabile origine normanna (XI sec.), con annesso il teatro e il cosiddetto palazzo del principe. Edificato e abbellito con stupendi affreschi, decorazioni e varie opere d’arte di stile per lo più rinascimentale (ormai andate perse), esso fu la residenza dei principi Spinelli agli inizi del XVII sec., e testimonia con orgoglio la forza, la signorilità e la prosperità di quei secoli in cui questa terra rappresentava uno dei centri più importanti dell’intera Calabria.
Questi brevi cenni storici possono servire a chi abita a Terranova da Sibari per sentirsi orgoglioso della storia del proprio borgo, ma saranno utili anche per tutti gli ospiti che verranno a visitarla per raccontare di aver visto una piccola e meravigliosa perla, appartenente a quella terra gloriosa e ricca di fascino qual era un tempo la Magna Grecia.
Dott. LUIGI DE BLASI